Nella puntata di Voyager rivolta alla scoperta della Puglia, condotta, come sempre, da Roberto Giacobbo, è andato in onda un servizio dedicato a un tragico avvenimento, che sconvolse la popolazione locale nel periodo dell'invasione turca e che segnò la nostra storia: il sacrificio degli 800 martiri di Otranto.
Parliamo di uomini comuni, di persone che conducevano una vita normale. Ciò che li diede la spinta per combattere insieme e che li condusse coraggiosamente a compiere un grande sacrificio fu la religione, da sempre, utilizzata come pretesto per combattere guerre tra popoli.
Ma quello che cambiò per sempre la vita di queste persone semplici e che le trascinò in un tragico destino comune, rendendole, in qualche modo speciali, fu la decisione di prendere parte a una coraggiosa forma di resistenza, dal tentativo di conversione religiosa a cui erano sottoposti da parte dall'esercito ottomano. Un esercito di grandi dimensioni, con cui si trovarono a lottare, se pur privi di strumenti bellici.
Gli 800 uomini di Otranto preferirono morire attraverso la decapitazione, piuttosto che sottomettersi a qualcosa in cui non credevano.
Grazie al loro sacrificio furono in grado di salvare anche l'Italia da un'imminente espansione territoriale per mano dei turchi, guidati dal sultano Maometto II.
Rimane, quindi, indelebile, l'immagine, quasi surreale, di questi uomini impavidi, che opposero duramente resistenza e che lottarono con tutte le loro forze per difendere la propria fede religiosa, portandola avanti con onore, nonostante la persecuzione a cui furono ripetutamente sottoposti, anche a costo della propria morte.
Rimane un mistero legato a questa vicenda: come riuscirono 800 uomini, privi di armi e di qualsiasi altra capacità bellica, ad affrontare un esercito di 18 mila unità, riuscendo anche a impedire una loro invasione e salvando in questo modo l'Italia intera da un triste destino? Sono stati, forse, la grande determinazione e il coraggio a permetterli di compiere questa straordinaria impresa, che ha sancito un posto d'onore nella storia a questi uomini comuni, divenuti, in seguito, martiri.
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