Nell'uso comune residenza e domicilio sono solo dei sinonimi intercambiabili, ma giuridicamente anche quando coincidono, assumono significati diversi.
La residenza
La legge italiana (e non solo) esige di conoscere la dimora di ogni proprio cittadino, ha bisogno cioè di un recapito per eventuali azioni giuridiche, notifiche e/o comunicazioni; di contro un soggetto tramite la residenza esercita i propri diritti (scuola, medico di famiglia, iscrizione nelle liste elettorali, ecc).
Posto che per dimora si intenda la propria abitazione sia di proprietà che in locazione, l'indirizzo cui si fa riferimento allargato al nucleo familiare, quello dove si rincasa anche solo la sera, è detta residenza.
Questa è la sede ufficiale del/i soggetto/i giuridico/i, e nel momento a seguito di un trasferimento in un altro comune si cambia abitazione, si ha l'obbligo di dichiararla entro 20 giorni. A questo seguirà una verifica da parte dei vigili che appureranno la veridicità del dichiarato tramite una visita a sorpresa.
La residenza è giuridicamente importante: viene riportata su ogni documento o contratto e al relativo indirizzo civico si ricevono atti, avvisi o comunicazioni.
Il domicilio
Per la maggior parte delle persone la residenza coincide con il domicilio ma ci sono delle eccezioni.
È possibile che una persona abiti in un certo luogo ma che per lavoro o altro si rechi per molto tempo nell'arco della settimana presso un secondo indirizzo, dove magari esercita la propria attività. Questo secondo recapito viene indicato come domicilio.
È ben inteso che il domiciliato presso una seconda abitazione alla sera o al fine settimana torni a casa, cioè che faccia capo all'indirizzo di residenza.
Ad esempio, un politico che abiti a Napoli ma che ovviamente ha l'esigenza di vivere durante la settimana a Roma, avrà la residenza a Napoli e il domicilio a Roma.
Presso il domicilio, se dichiarato come sede principale dei propri affari, è possibile richiedere la domiciliazione di fatture, bollette o comunicazioni.
Gli apolidi e gli itineranti
Apolidi sono coloro che nessuno stato riconosce come propri cittadini. Sono migranti senza fissa dimora che stazionano per lunghi periodi in roulotte o baracche, generalmente restii ad acquisire un domicilio fisso (Zingari, Rom).
Gli itineranti invece sono persone che, pur possedendo una propria residenza, sono sempre in giro per lavoro, pensiamo ai circensi o ai giostrai che stazionano (dichiarano il momentaneo domicilio) per poche settimane in un comune per poi trasferirsi, di continuo e per diversi mesi all'anno; sono dotati di roulotte e caravan adeguati, l'allaccio alle utenze (elettricità, telefono) è previsto per quasi tutti i comuni nelle aree adibite al montaggio delle tensostrutture.
In questi casi, il compito più difficile è gestire i figli per quanto riguarda l’istruzione scolastica. I bambini vengono iscritti e frequentano l'istituto scolastico comunale per qualche settimana per poi trasferirsi all'omologa scuola di un altro paese, insieme alla famiglia.
Particolari agevolazioni sono previste in merito dalla legge 337/68, 135/2001 e succ. mod.